
Il ricordo personale degli
anni '70, via via che il tempo passa, è sempre più nitido, malgrado le naturali deformazioni che produce il ricordo stesso e, soprattutto, malgrado i limiti anagrafici della mia persona, essendo nato nel
1967. Ricordi che affiorano, come i controlli della
polizia, specialmente nei confronti dei
giovani (ricordo perfettamente una camionetta della
Celere fognare dei giovani, gambe larghe e mani al muro, in corso Francia, non lontano da Piazza Rivoli), come i
colori (i vestiti, le tappezzerie, le pubblicità, i divani, i piatti, ecc.), le
forme degli oggetti, la mania per la
plastica, i
tram (verdi, un verde orribile!) e le
auto della polizia, magnifici modellini per un bambino di 5-10 anni. E, perchè no, le
minigonne, così come i cartelloni pubblicitari (la
Peroni...). Non voglio scadere nella stupidaggine dei "bei tempi!" semplicemente perchè essi rappresentano il mio/nostro passato che, nel caso sia stato lieto, genera quel sentimento chiamato nostalgia. Cerco soltanto di ricordare, nel modo più onesto possibile, intellettualmente parlando. I
miei '70 sono stati anni felici, ma rileggendo i quaderni delle elementari e facendo un serio esercizio di memoria sento che la realtà di quegli anni mi ha comunque lasciato qualcosa dentro, qualcosa di indefinito, qualcosa che perdura, come l'amaro in bocca. Un
senso di grigiore per certe immagini che ancor oggi
vedo con gli
occhi della mente: gli
anni di piombo, il giovane o la giovane arrestati perchè appartenevano alle
BR (potevano essere anche di Prima Linea, ma col termine BR si classificava il terrorismo rosso in genere) eppure quei giovani "sembravano così tanto per bene, mai si sarebbe detto..."; le facce dei nostri politici in bianco e nero, come il televisore ce le proiettava o, tutt'al più,
colorate da quelle orribili
lastre in plastica colorata (sfumata) che si piazzavano davanti allo schermo del televisore stesso per dare l'
idea del
colore... ma chi le ha inventate??? Il
sequestro Moro,
la strage di via Fani, che per me suonava come una parola
solo per adulti... via Fani... terribile, malgrado non comprendessi la reale portata della tragedia collettiva. Ricordo i
posti di blocco, i controlli dei documenti, ricordo la
Renault rossa, che allora era bianca e nera, almeno a casa mia.... ancora oggi la Renault rossa mi trasmette un senso di morte e di cristiana pietà al contempo. I
murales di protesta, giovani in protesta, lavoratori in protesta...
graffiti industriali, archeologia metropolitana... dietro ad una selva di rampicanti, in via Caluso a Rivoli (pochi Km da Torino) forse oggi sono in pochi a ricordare che quel lungo muro della tangenziale custodisce quei
graffiti e chissà che qualcuno, in futuro, li preservi come simboli, tracce di un'epoca della nostra storia ormai finita sui testi scolastici.
E in quest'ondata di ricordi si inseriscono anche i cosiddetti "
poliziotteschi", quello che in Italia viene chiamato il "
cinema di genere" assieme ai thriller all'italiana e all'horror nostrano. Mi correggo: i "poliziotteschi" non sono un ricordo vero e proprio, se non per il fatto che ricordo mio padre che li andava a vedere e mi colpivano le locandine davanti ai cinema. Tuttavia, grazie alla riscoperta (meglio dire
scoperta) dei "poliziotteschi", la mia memoria viene stimolata in una maniera incredibile. Quelle immagini (gli interni, i vestiti, gli oggetti, le pubblicità, ecc.) hanno e stanno stimolando tutti quei ricordi che apparentemente avevo rimosso. Essi riemergono, vivi come non mai! Assieme alla soddisfazione personale, devo dire che la visione di queste pellicole (alcune con dei titoli oggi improponibili) è di estremo interesse per ciò che veicolano, non dimenticandoci mai dell'aspetto commerciale (in quegli anni
tiravano, quindi se ne producevano a iosa, poco importa il
messaggio). Pellicole violente, in alcuni casi grottesche, in altri semplici scopiazzature con una trama e dei dialoghi a dir poco improbabili. Generici richiami all'ordine costituito, impotenza della legge nei confronti dell'ondata di violenza, pistolotti pseudo-moraleggianti... tutto quello che volete metterci di negativo mettetecelo, ma vanno comunque riscoperti, non semplicemente "bocciati" come farebbe, e ha fatto, una critica frettolosa, forse poco attenta, fors'anche un po' "snob". Anche all'interno di questo "genere" c'è la serie A, la serie B, la serie C, se non peggio. Certe pellicole sono inguardabili, altre riescono ad intrattenere lo spettatore grazie a magnifici inseguimenti tra le mitiche "
Alfa Romeo Giulia" della polizia e la pletora di banditi, killers e quant'altro impersonati da, due nomi fra tanti, Tomas Milian e Ray Lovelock. Altre ancora ci offrono ambientazioni grigie, esteriormente ed interiormente grigie, dialoghi e tratti umani, se non psicologici, da recuperare come una delle tante espressioni artistiche di un decennio (fine anni '60-primissimi '80) decisamente
complesso, volendo usare un eufemismo. Mi permetto di consigliarvi due siti (già segnalati in questo mio
Blog nella sezione "
Gli anni '70, siti consigliati") che considero di grande valore:
http://www.caniarrabbiati.it/ e
http://www.pollanetsquad.it/Sono siti da sfogliare come un ottimo dizionario, un po' alla volta.
"Cani arrabbiati" ha una stupenda sezione, "recensioni", ben commentata!
"Pollanetsquad" è focalizzato sul "poliziottesco": interessante l'aver riportato, non sempre ahimè, ma spesso, la critica cinematografica apparsa sui giornali dell'epoca all'uscita dei films. E' un buon esercizio per toccare con mano critiche che oggi potremmo ancora condividere oppure no.
Consiglio anche questi due riferimenti per quanto riguarda il "poliziottesco":