Il 1° maggio 2008, su "Rete 4" è andato in onda lo speciale TOP SECRET dedicato ad Aldo Moro, condotto da Claudio Brachino, presenti in studio Maria Fida Moro e Claudio Martelli. Prima di questo - per far sì che in questo blog tutto ciò che si riferisce ad Aldo Moro sia facilmente rintracciabile - desidero elencare i post precedenti sullo stesso argomento: 1 post pubblicato il 27 aprile, 5 il 28, uno il 29, un altro il 1° maggio. Ho trovato di estremo interesse la puntata di TOP SECRET, principalmente per una ragione: l'intervista all'ex BR Raffaele Fiore, facente parte del commando che in via Fani, il 16 marzo 1978, massacrò la scorta dell'on. Aldo Moro. Raffaele Fiore fu inoltre responsabile dell'assasinio di Fulvio Croce (presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati Procuratori del Tribunale di Torino) e di Carlo Casalegno (vice-direttore de LA STAMPA di Torino). Arrestato nel 1979 e condannato all'ergastolo, dal 1997 è in regime di libertà condizionata. Lavora presso un'associazione nei pressi di Piacenza che dà lavoro agli ex detenuti. Associazione di indubbia utilità sociale in quanto tutti, ripeto tutti, hanno diritto ad una seconda possibilità. Focalizzando l'attenzione sull'ergastolo di Fiore, potremmo dire che il suo, come quello di tutti gli altri brigatisti che sterminarono la scorta, rapirono Aldo Moro e lo ammazzarono, è stato un ergastolo breve, durato 18 anni. Ad un'analisi frettolosa e dominata dall'emotività, 18 anni di carcere, rispetto all'ergastolo, potrebbero risultare una passeggiata ed un insulto ai morti e ai loro familiari. Potrebbero, soltanto se chi è stato condannato all'ergastolo (addirittura a 6, come Mario Moretti, la mente - per quanto ne sappiamo - del sequestro Moro) non abbia dimostrato non tanto un intimo pentimento (a mio avviso basilare per la persona, ma legato ad un discorso interiore, difficilmente verificabile dall'esterno), quanto "una rinuncia al percorso seguito in passato", come ha osservato il difensore di Fiore, avv. Vainer Burani. E, aggiungo io, un totale distacco dal passato attraverso la VERITA', quella che rende LIBERI, realmente, intimamente LIBERI, e questo stato interiore è sì verificabile, attraverso i processi, ma anche grazie alle commissioni parlamentari e alle inchieste giornalistiche. Tutta la VERITA', senza ombre, reticenze, contraddizioni che maleodorano di omertà, coperture, connivenze. Si può anche aver abbandonato la "lotta armata" e vivere una vita normale, prestando la propria opera a favore dei più deboli, ma se - come effettivamente è - sul "caso Moro" i conti non tornano (mi riferisco unicamente al versante brigatista, non ai buchi neri istituzionali) è ovvio che le verità brigatiste non hanno soddisfatto e questo significa che la VERITA' non è tale, in quanto opportunamente dosata, se non adattata per finalità che ancor oggi qualcuno dovrebbe spiegarci, ma che valenti studiosi del caso hanno già abbozzato. Ebbene, se queste due condizioni non si verificano pienamente (totale presa di distanza dalle scelte criminali del passato e totale trasparenza sul personale coinvolgimento in dette scelte), come si può passare - faccio l'esempio di Mario Moretti - da 6 ergastoli ad un permesso di 4 giorni nel gennaio del 1993, dopo appena 12 anni di carcere?! Qualcosa, evidentemente, non quadra... ma avrò modo di ritornare su queste stranezze. Nel caso di Raffaele Fiore, invece, l'ergastolo si è ristretto a 18 anni e, se il suo avvocato la considera una vittoria, personalmente, dopo aver ascoltato l'intervista a Fiore, è difficile, se non impossibile, ravvisare una specchiata "rinuncia al percorso seguito in passato". Sia ben chiaro: Raffaele Fiore ERA un brigatista ed ORA vive in tutt'altro modo. Quindi questa "rinuncia" effettivamente c'è stata, ma le sue parole, i suoi toni, il suo modo di presentarsi di fronte alle telecamere hanno dimostrato una immaturità, una mancanza di sensibilità e di consapevolezza che cozza, sonoramente cozza, con "la rinuncia al percorso seguito in passato". In questo caso l'intimo pentimento, sempre difficile da verificare, è verificabile al 100%: non vi è stato alcun pentimento, né intimo nè superficiale. Nulla di nulla, se non una superficialità agghiacciante, e con essa una mancanza di sensibilità nei confronti di chi ha perduto un padre, un marito, un fratello, un figlio. Nel prossimo post proporrò alcuni passi di quell'intervista che, personalmente, mi ha lasciato un senso di vuoto, rabbia ed infinita tristezza. Tristezza nei confronti di un uomo, Raffaele Fiore, che a distanza di 30 anni dall'accadimento dei fatti, non ha ancora compreso di averli commessi, perlomeno non l'ha compreso la parte più importante di se stesso, quella interiore, quella che ci consente di perderci per poi ritrovarci....
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3 commenti:
Quanto scrivi lo sottoscrivo in pieno, Fiore avrebbe dovuto continuare a marcire in carcere, tra l'altro oltre ad essere uno spietato assassino era anche uno che non si lavava mai, e questo lo dice il pentito Patrizio Peci in un suo libro. Fiore è uno che resta incredibilmente sporco dentro e fuori!
Saluti - Giancarlo Brunero
Gentile Giancarlo,
grazie per aver visitato il mio blog. Ho dedicato a Fiore 3 post perchè una intevista come la sua la considero ai "confini della realtà" ed i commenti di Maria Fida Moro e Martelli sono del tutto appropriati. Io non penso che una persona debba "marcire" in carcere, ma credo che una persona non possa passare da 6 ergastoli (vedi Moretti) e star dentro poco più di 10 anni e poi via con i permessi... c'è qualcosa che non funziona, mi pare. Sì al perdono, ma anche sì alla SENSIBILITA' nei confronti dei parenti delle vittime. Quindi, la "clemenza" dello Stato deve ASSOLUTAMENTE tenere conto di questo fattore, perchè gli unici che si sono "presi" l'ergastolo, in tutta questa storia, sono i parenti delle vittime, non loro, gli assassini. Ti suggerisco anche di leggere gli ultimi post sul terrorismo cosiddetto "nero".
Saluti
Andrea Biscàro
Come posso fare per contattare a Mria Fida Moro, ho informazione per Lei, sono stato in Nicaragua per molti anni, ho conosciuto A.Casimirri, li possono servire
Mio recapito.
gianfrancoluigi@libero.it
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