Questa risposta del direttore della "Domenica del Corriere" (numero del 1° luglio 1969) ad un molto probabile giovane lettore presenta, con condivisibile pragmatismo - condivisibile almeno per il sottoscritto -, gli aspetti positivi della "società dei consumi" senza per questo negare i rischi, i pericoli di una simile società (ved. anche i miei 3 post del 01 maggio). Se negli anni '50 - specie negli USA - si prospettava "la tendenza alla saturazione della domanda", nel decennio successivo e per tutti gli anni '70, si diffonderà sempre più "la religione dello spreco", grazie proprio alla società del benessere. L'affermazione del direttore di aver conosciuto il mare a 10 anni è un'affermazione che ho sentito in molte persone oggi settantenni e oltre, genitori compresi. Con gli anni '60 - almeno nelle zone più industrializzate del Paese, questo è un discorso generale - molte coppie appena sposate passavano dalle vecchie abitazioni dei genitori coi "cessi sul balcone" al bagno in casa (per i miei questa è stata una rivoluzione!), alla "tivi" non più vista al bar o da quello del secondo o terzo piano, ma una "tivi" tutta per te, così come il frigo, il frullatore e tante altre piccole e grandi cose che il benessere ha portato nelle case degli italiani, compresa la possibilità di mandare i figli a scuola...
sabato 17 maggio 2008
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