Storie e dialoghi su una Repubblica apparentemente lasciata alle spalle...
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venerdì 3 aprile 2009
La "felice" ammucchiata...
Ricordo molto bene queste ferie in perfetto stile anni '70. Le foto sono tratte dal servizio "La felice ammucchiata" pubblicata su "Il Lombardo" del 28 luglio 1973. Ferie di massa, nel vero senso della parola.
2 commenti:
Franco
ha detto...
Odiavo, è il termine giusto, queste ferie, ma erano le ferie abituali della maggior parte degli italiani, ed erano, effettivamente, un segno di "benessere", malgrado la crisi e tutti i problemi di quell'Italia là. Franco G.
Dal 1969 fino alla fine degli anni '70 andavo a Noli (non lontano da Savona) coi miei e grazie al cielo, malgrado le ferie di massa, non c'era un simile carnaio, anche se ricordo perfettamente quello stile di fare le ferie, quell'atmosfera. Atmosfera caotica, certamente, ma anche piacevole. Era un altro modo di concepire le ferie, era da pochi anni che "esistevano" le ferie cosiddette di massa e quindi questo "carnaio" è del tutto comprensibile.
Miro alla ricerca interiore, almeno ci provo. L'approfondimento della storia repubblicana è un esercizio che aderisce a questo principio. Il monito di Sciascia sfida il trascorrere del tempo e degli eventi: "il nostro è un paese senza memoria e verità, ed io per questo cerco di non dimenticare."
Nasce da due esperienze: 1) la ricerca su uno degli eccidi nazisti meno indagati nella storia della Resistenza piemontese, a Cudine (frazione della Val di Lanzo, TO), confluita in "Nero Cudine - il coraggio della verità" (Angolo Manzoni); 2) l'inchiesta che ho curato su un aspetto poco approfondito del caso Moro, pubblicata da "Storia in Rete". Aver trattato storie così distanti fra loro mi ha reso consapevole di come Verità e Trasparenza interessino fino a un certo punto. Da lì in avanti primeggiano piccole e grandi verità inconfessabili, esecrabili piccinerie, interpretazioni strumentali o parziali della nostra Storia, così da non entrare in contrasto con gli assetti politici di questa o quella stagione. Scrivere "Nero Cudine" (con l'artista G. Madeddu) e gli articoli sul caso Moro sono state imprese contraddistinte da fattori comuni: scarsa collaborazione, non di rado porte sbattute in faccia, atteggiamenti arroganti, Silenzio e Indifferenza. Il blog si propone quale spazio di DIALOGO sulle più disparate tematiche della nostra Storia. Dunque, spazio di DIALOGO per tutti: cittadini, amanti della Storia, vittime del Silenzio che vorranno lasciare il proprio pensiero su storie ormai trascorse, per rendere omaggio a quella MEMORIAe VERITA' che Sciascia tanto amava. Segnalo infine il sito: http://www.amicisciascia.it/
REGOLE DEL BLOG
Rispetto della persona in quanto tale, indipendentemente da meriti o responsabilità. Ritengo che l'indignazione e la critica - anche dura - possano sortire un effetto maggiormente incisivo se non supportate da insulti, turpiloqui, sproloqui e offese. I discorsi da bar, per quanto possano animatamente intrattenere gli stessi avventori che li propongono, lasciamoli all'universo dei tuttologi. Vien da sé che i commenti non conformi a queste regole verranno eliminati.
"Storia in Rete" è la rivista con la quale collaboro. Desidero farle la pubblicità che merita, così come al suo direttore, Fabio Andriola e al Comitato Scientifico, costituito da firme di respiro nazionale: Aldo Mola, Giuseppe Parlato, Nico Perrone, Aldo Ricci. "Storia in Rete" - nata nell'ottobre '05 - come ha scritto Andriola nel suo editoriale di presentazione, "è nave piccola ma veloce, con a bordo un equipaggio agguerrito e composito", costituito da "studiosi di vario orientamento e formazione". Questa è la sua forza - assieme a una grafica accattivante e rubriche di indubbio interesse - ovvero raccontare le traversie, le bassezze e le glorie dell'umanità, senza paure, forti - nei limiti connaturati in ogni opera umana - dell'adagio evangelico secondo il quale "la verità vi farà liberi". Un primo approccio con la rivista può essere quello di visitare il sito http://www.storiainrete.com/
2 commenti:
Odiavo, è il termine giusto, queste ferie, ma erano le ferie abituali della maggior parte degli italiani, ed erano, effettivamente, un segno di "benessere", malgrado la crisi e tutti i problemi di quell'Italia là. Franco G.
Dal 1969 fino alla fine degli anni '70 andavo a Noli (non lontano da Savona) coi miei e grazie al cielo, malgrado le ferie di massa, non c'era un simile carnaio, anche se ricordo perfettamente quello stile di fare le ferie, quell'atmosfera. Atmosfera caotica, certamente, ma anche piacevole. Era un altro modo di concepire le ferie, era da pochi anni che "esistevano" le ferie cosiddette di massa e quindi questo "carnaio" è del tutto comprensibile.
Alessio, Chivasso, 1965
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