I due libri ritratti nell'immagine li avevo già segnalati nel post del 20 luglio, "destra estrema e criminale: un mondo poco conosciuto", ma in questo post vorrei evidenziare - e caldamente suggerirne la lettura - quanto emerge da due opere nettamente differenti, ma ugualmente toccanti, per alcuni versi persino in grado di disturbare, mai di indignare, come spesso mi accade quando sento (e sentivo, negli anni '90) parlare alcuni ex BR di superamento, confronto politico, ecc., il tutto come se i loro morti fossero stati una sorta di incidente di percorso sulla via della loro battaglia politico-rivoluzionaria.
"I terroristi della porta accanto" è un lavoro che definirei psicologico, a tratti intimistico.
"Storia nera" è invece un'opera più di inchiesta, seppur non disdegni il lato psicologico di determinate scelte criminali che tanta sofferenza hanno riversato sul nostro Paese.
Entrambe le opere ripercorrono la vita e le imprese degli ex terroristi Nar Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. Per fornire un assaggio (fors'anche un pugno nello stomaco) a coloro i quali non hanno mai letto questi due ottimi lavori, riporto un breve passo tratto da "I terroristi della porta accanto", dove Valerio Fioravanti parla dei "suoi" morti, e lo fa con agghiacciante sincerità e limpida introspezione. Tutt'altra caratura umana rispetto alle difficilmente qualificabili dichiarazioni dell'ex BR Raffaele Fiore (ved. miei 3 post del 24, 27 e 29 maggio 2008), che nessuno ha avvisato (visto che lui non se n'è accorto) della fine degli anni di piombo! Se più volte ho ribadito che le vittime di quella sanguinosa stagione storica hanno avuto spazi risicati per esprimere il loro dolore e il loro punto di vista, non intendevo certo affermare che la voce dei terroristi non significhi nulla e non sia utile alla comprensione di un fenomeno storico che ha indelebilmente segnato l'Italia. La loro voce è fondamentale per capire, come lo è la voce di tutti gli attori di un epoca storica. E' che tutti avrebbero dovuto avere il diritto di parola e di replica, cosa che le vittime del terrorismo non hanno avuto, lasciando il campo libero (non certo per una spontanea scelta) agli ex rivoluzionari pentiti, dissociati, ecc.
Entrambe le opere ripercorrono la vita e le imprese degli ex terroristi Nar Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. Per fornire un assaggio (fors'anche un pugno nello stomaco) a coloro i quali non hanno mai letto questi due ottimi lavori, riporto un breve passo tratto da "I terroristi della porta accanto", dove Valerio Fioravanti parla dei "suoi" morti, e lo fa con agghiacciante sincerità e limpida introspezione. Tutt'altra caratura umana rispetto alle difficilmente qualificabili dichiarazioni dell'ex BR Raffaele Fiore (ved. miei 3 post del 24, 27 e 29 maggio 2008), che nessuno ha avvisato (visto che lui non se n'è accorto) della fine degli anni di piombo! Se più volte ho ribadito che le vittime di quella sanguinosa stagione storica hanno avuto spazi risicati per esprimere il loro dolore e il loro punto di vista, non intendevo certo affermare che la voce dei terroristi non significhi nulla e non sia utile alla comprensione di un fenomeno storico che ha indelebilmente segnato l'Italia. La loro voce è fondamentale per capire, come lo è la voce di tutti gli attori di un epoca storica. E' che tutti avrebbero dovuto avere il diritto di parola e di replica, cosa che le vittime del terrorismo non hanno avuto, lasciando il campo libero (non certo per una spontanea scelta) agli ex rivoluzionari pentiti, dissociati, ecc.
La vicenda dei Nar, ricostruita nei due volumi, è una vicenda costellata da una violenza giovanile che colpisce per efferatezza e follia patologica di una generazione, che Valerio Fioravanti e Francesca Mambro hanno cercato, e credo vi siano riusciti, di spiegare con rispetto per la storia e per i morti, tutti, i loro amici e le vittime di quella follia.
Inoltre, mi riferisco a "Storia Nera", il giornalista Andrea Colombo assieme ai due ex Nar traccia una contro inchiesta sulla strage di Bologna, l'unica in Italia ad avere un colpevole.... peccato che non è quello giusto. Buona lettura!
3 commenti:
Davvero complimenti per questo blog. Ho letto entrambi i libri che citi e sono d'accordo con te: un periodo storico lo si può comprendere unicamente se si ascoltano tutti gli "attori", vittime incluse. Personalmente trovo Fioravanti decisamente più sincero nelle sue affermazioni che tanti ex terroristi di sinistra, Fiore in testa. Ancora complimenti per questo spazio di dialogo italiano.
Claudio, 74
Ho letto il libro di Colombo su Bologna e, se non trattasse di una tragedia, ci sarebbe di ché sorridere per l'assurdità di questo processo puramente politico.
Lucia
Comprendo perfettamente il discorso che fai nel tuo post e devo dire che in linea di massima sono anche d'accordo. Eppure, non posso non pensare - al di là del fattore meramente politico, sociale e chi più ne ha più ne metta - al semplice, forse "banale" concetto del distacco, del perdere la vita non so neppure se per una idea o più per una appartenenza ad una certa idea... è difficile esprimere ciò che provo, ma mi sono sempre chiesto che senso ha avuto tutta questa violenza... che senso ha avuto nella vita collettiva.... non so, ma penso a queste giovani vite stroncate e ricordo le parole di Pavese sui caduti...
Ludovico, Rivoli, 1965
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