Storie e dialoghi su una Repubblica apparentemente lasciata alle spalle...
Cerca nel BLOG
lunedì 4 agosto 2008
La cultura e i telequiz
Interessante articolo, tratto dalla "Domenica del Corriere" del 4 agosto 1970. Naturalmente, il confronto con la realtà televisiva odierna è d'obbligo.
2 commenti:
Anonimo
ha detto...
Io non credo che la televisione di oggi sia peggio, in senso assoluto, rispetto a quella di un tempo, diciamo dalla fine degli anni '60. Certo, la televisione odierna è piena di spazzatura (non solo, ma molti tra i "grandi" programmi lo sono, spazzatura intendo), ma è stato un lento processo di involuzione, ed oggi l'involuzione la fa da padrona quasi assoluta, veicolando valori che tali non sono.
La televisione rispecchia ciò che siamo e spesso ciò che vorremmo essere. Parlare di peggio o di meglio mi pare superfluo oltre che retorico. Concordo comunque, vista la mia età, sul fatto che la TV del passato sapeva far ridere, ad esempio, con più garbo, con intelligenza, avvalendosi anche di attori di primo piano come Fabrizi, Panelli, Chiari... A.F. MI
Miro alla ricerca interiore, almeno ci provo. L'approfondimento della storia repubblicana è un esercizio che aderisce a questo principio. Il monito di Sciascia sfida il trascorrere del tempo e degli eventi: "il nostro è un paese senza memoria e verità, ed io per questo cerco di non dimenticare."
Nasce da due esperienze: 1) la ricerca su uno degli eccidi nazisti meno indagati nella storia della Resistenza piemontese, a Cudine (frazione della Val di Lanzo, TO), confluita in "Nero Cudine - il coraggio della verità" (Angolo Manzoni); 2) l'inchiesta che ho curato su un aspetto poco approfondito del caso Moro, pubblicata da "Storia in Rete". Aver trattato storie così distanti fra loro mi ha reso consapevole di come Verità e Trasparenza interessino fino a un certo punto. Da lì in avanti primeggiano piccole e grandi verità inconfessabili, esecrabili piccinerie, interpretazioni strumentali o parziali della nostra Storia, così da non entrare in contrasto con gli assetti politici di questa o quella stagione. Scrivere "Nero Cudine" (con l'artista G. Madeddu) e gli articoli sul caso Moro sono state imprese contraddistinte da fattori comuni: scarsa collaborazione, non di rado porte sbattute in faccia, atteggiamenti arroganti, Silenzio e Indifferenza. Il blog si propone quale spazio di DIALOGO sulle più disparate tematiche della nostra Storia. Dunque, spazio di DIALOGO per tutti: cittadini, amanti della Storia, vittime del Silenzio che vorranno lasciare il proprio pensiero su storie ormai trascorse, per rendere omaggio a quella MEMORIAe VERITA' che Sciascia tanto amava. Segnalo infine il sito: http://www.amicisciascia.it/
REGOLE DEL BLOG
Rispetto della persona in quanto tale, indipendentemente da meriti o responsabilità. Ritengo che l'indignazione e la critica - anche dura - possano sortire un effetto maggiormente incisivo se non supportate da insulti, turpiloqui, sproloqui e offese. I discorsi da bar, per quanto possano animatamente intrattenere gli stessi avventori che li propongono, lasciamoli all'universo dei tuttologi. Vien da sé che i commenti non conformi a queste regole verranno eliminati.
"Storia in Rete" è la rivista con la quale collaboro. Desidero farle la pubblicità che merita, così come al suo direttore, Fabio Andriola e al Comitato Scientifico, costituito da firme di respiro nazionale: Aldo Mola, Giuseppe Parlato, Nico Perrone, Aldo Ricci. "Storia in Rete" - nata nell'ottobre '05 - come ha scritto Andriola nel suo editoriale di presentazione, "è nave piccola ma veloce, con a bordo un equipaggio agguerrito e composito", costituito da "studiosi di vario orientamento e formazione". Questa è la sua forza - assieme a una grafica accattivante e rubriche di indubbio interesse - ovvero raccontare le traversie, le bassezze e le glorie dell'umanità, senza paure, forti - nei limiti connaturati in ogni opera umana - dell'adagio evangelico secondo il quale "la verità vi farà liberi". Un primo approccio con la rivista può essere quello di visitare il sito http://www.storiainrete.com/
2 commenti:
Io non credo che la televisione di oggi sia peggio, in senso assoluto, rispetto a quella di un tempo, diciamo dalla fine degli anni '60. Certo, la televisione odierna è piena di spazzatura (non solo, ma molti tra i "grandi" programmi lo sono, spazzatura intendo), ma è stato un lento processo di involuzione, ed oggi l'involuzione la fa da padrona quasi assoluta, veicolando valori che tali non sono.
Adriana Gentile, '65
La televisione rispecchia ciò che siamo e spesso ciò che vorremmo essere. Parlare di peggio o di meglio mi pare superfluo oltre che retorico.
Concordo comunque, vista la mia età, sul fatto che la TV del passato sapeva far ridere, ad esempio, con più garbo, con intelligenza, avvalendosi anche di attori di primo piano come Fabrizi, Panelli, Chiari...
A.F. MI
Posta un commento