Riflettendo su questa vergogna dell'oscuramento dei dibattiti televisivi (premetto: non amo particolarmente Santoro, ma non mi sognerei mai di zittirlo, per tre ragioni: 1) non mi sento così debole da zittire un avversario, ammesso che lo sia, avversario intendo; 2) anche gli avversari hanno ragione, spesso o talvolta; 3) non mi sognerei mai di zittire un avversario per evitare di trasformarlo in un martire) sono stato illuminato, anche grazie ai contatti con l'amico Domenico di Osservatorio, da una vecchia serie di telefilms che adoro. Protagonista il grande attore televisivo Patrick McGoohan (ottime le sue interpretazioni anche in alcuni episodi di "Colombo"), il quale interpretò e creò una serie fantapolitica dal titolo IL PRIGIONIERO. L'uomo è un numero, non ha nome, si è dimesso dai servizi segreti e per l'establishment è impossibile dimettersi. Perchè lo avrà fatto? Maledizione! Perchè avrà deciso, liberamente, di non stare più al top? Di dimettersi? Privato dei suoi diritti, nome incluso (infatti si chiamerà, per tutte le puntate, Numero 6), viene imprigionato in un piccolo, grazioso, elegante villaggio, con tutte le comodità, popolato da prigionieri come lui, gente sorridente, vestita con abiti sgargianti, con un giornale ed una radio interne che trasmettono solo buone notizie... ma questo posto... ma... ma non ci sembra di averla già vista (o vissuta) questa trama?
La sequenza di apertura (sto parlando del telefilm) ci consente di gustare il dialogo tra un Capo (il Numero 2, uno dei tanti capi in seconda...) e l'uomo privato del suo nome, il Numero 6.
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Numero 6: Dove sono?
Numero 2: Nel villaggio.
Numero 6: Cosa volete?
Numero 2: Informazioni.
Numero 6: Da che parte state?
Numero 2: Non posso dirlo. Vogliamo informazioni, Informazioni. Informazioni.
Numero 6: Non ne avrete!
Numero 2: Le avremo, con le buone o con le cattive.
Numero 6: Chi è lei?
Numero 2: Il nuovo Numero 2.
Numero 6: Chi è il Numero 1?
Numero 2: Lei è il Numero 6.
Numero 6: Io non sono un numero! Sono un uomo libero!
Numero 2: (Risate di scherno)
.Che cosa vogliono da noi?
Siamo, saremo mai uomini liberi?
Per favore! Non tocchiamo il tasto "libertà" perchè è la parola, con giustizia, tra le più gettonate nella storia dell'umanità, ma non si sa ancora bene cosa significhino. Preferisco, per volare basso, dire "informato". Ecco: vorrei essere un uomo libero di essere informato. Poi, l'uomo libero è una semi-barzelletta, e in questo Pasolini potrebbe insegnarci qualcosa...
Grazie per aver deciso che non saremmo stati in grado di informarci e di discernere...
4 commenti:
Trovo che l'esempio sia assolutamente azzeccato!
Ricordo la serie, quel pallone bianco che opprime, candido e spietato allo stesso tempo. Ricorda molto l'andazzo attuale...
Beppe 65
Il silenzio più assoluto, quando ci sarebbe bisogno di parlare. Non pensano che siamo in grado di distinguere il "rosso" dal "nero" o il "bianco" dal "nero", ma ci ritengono in grado di votare, di votarli. Per questo andiamo bene! Per ascoltarli no! Vergogna!
Non succederà nulla. Gli italiani ormai si rivolterebbero per cosa? Forse se annullassero una puntata del GF?
Quello che trovo intollerabile (in quanto assolutamente tollerato) è che di certi argomenti non se ne parla più... la libertà di informazione, lo scandalo dell'informazione durante le elezioni... tutto è passato e non ci si guarda mai alle spalle. Sono disgustato e disorientato....
Mario G.
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